I pitagorici e la concezione matematica della natura

PITAGORA E LA FONDAZIONE DELLA SCUOLA DI CROTONE

Pitagora fondò una nuova scuola filosofica, la Fratellanza Pitagorica, un'associazione politico-religiosa di carattere aristocratico. Pitagora era venerato dai suoi seguaci come se fosse una divinità, la sua figura era avvolta da un alone di mistero. Molte caratteristiche della scuola pitagorica corrispondono a quelle di una setta religiosa, e i discepoli erano divisi in acusmatici e matematici. Le dottrine fondamentali dei pitagorici rigaurdano due argomenti: la dottrina dell'anima e la dottrina del numero.

Pitagora aveva il desiderio di tracciare una via di purificazione per l'anima. È una dottrina ripresa dall'orfismo, un movimento religioso che si ispirava al poeta Orfeo. Gli orfici ritenevano che dopo la morte l'anima fosse destinata a reincarnarsi fino ad aver ripagato i propri peccati. La ricerca di Pitagora si basa su questa concezione e si concentra sui modi per ottenere la liberazione dell'anima dalla vita materiale.

La vita del filosofo secondo la dottrina del numero si caratterizza per l'ordine e la misura con cui si sa trattenere gli istinti del corpo. Questo ordine è diffuso in tutto l'universo. Sulla base di tutto ciò i pitagorici hanno concluso che la reale sostanza delle cose risiede nel numero, difatti secondo loro è grazie al numero che possiamo capire la realtà profonda del cosmo.



LA VITA E LE OPERE DI PITAGORA

Su Pitagora si hanno pochissime informazioni certe, e per ricostruire la sua vita bisogna basarsi sulle testimonianze che hanno fatto su di lui gli autori di epoche successive.

Egli nacque nel 570 a.C. circa nella città di Samo. A quarant'anni emigrò a Crotone e fondò una scuola filosofica che influenzò molto la vita politica della Magna Grecia. I suoi allievi lo veneravano come se fosse il loro dio, e viene spesso descritto come un uomo fuori dal comune. Morì attorno al 490 a.C.

Della scuola pitagorica non sono state ricavate opere, probabolmente Pitagora non scrisse nulla. Tutto quello che si sa sul pitagorismo è ricavato maggiormente da Aristotele.



IL NUMERO COME PRINCIPIO COSTITUTIVO DELLA REALTÀ

I pitagorici considerano il numero come principio generatore di tutte le cose (archè). Per i Greci il numero non era un concetto astratto, ma aveva caratteristiche fisiche e geometriche; per loro un numero era una figura geometrica e una figura geometrica era un numero. I numeri si dividono in pari e dispari, e questo crea una concezione dualistica dell'universo: da un lato vi è il dispari, che è una entità limitata e simbolo della perfezione, poiché solo quello che è limitato permette la misurazione e solo ciò che é finito e definito può essere perfetto. Dall'altro lato invece vi è il pari, che é una entità illimitata e simbolo dell'imperfezione e del caos.

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